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A cura di Redazione
25 luglio 2024 12:09
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Studio sulla gestione del rischio cardiovascolare: i risultati della ASP di Enna

Un nuovo studio, condotto da un team di medici e farmacisti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna, mette in luce la gestione dell’ipercolesterolemia nei pazienti a rischio cardiovascolare. La ricerca, realizzata in collaborazione con CliCon Health, Economics & Outcomes Research di Bologna, è stata pubblicata su riviste scientifiche specializzate e su Sanità24 del Sole 24 Ore.

La portata delle malattie cardiovascolari in Italia è allarmante. Le malattie cardiache e cerebrali rappresentano la prima causa di morte nel nostro Paese, con circa 230 mila decessi annuali. Infarti, cardiopatie e ictus sono responsabili del 36% dei morti in Italia. Questa situazione richiede una seria attenzione, poiché molte di queste patologie si manifestano come "killer silenziosi", dovuti a condizioni asintomatiche come dislipidemia e ipertensione.

Il rapporto finale della ricerca sottolinea che l’80% dei pazienti dislipidemici non riesce a rientrare nei target raccomandati per il colesterolo LDL. La ricerca ha evidenziato la necessità di strategie di intervento concrete per migliorare la gestione e l’utilizzo delle terapie per ridurre il livello di colesterolo LDL nei pazienti.

L’analisi retrospettiva condotta su 170.009 assistiti nel 2022 ha rivelato che 8.055 soggetti avevano una determinazione di colesterolo LDL. Di questi, 2.896 erano in trattamento con farmaci ipolipemizzanti, e sono stati inclusi nell’analisi 1.035 pazienti a rischio cardiovascolare molto alto e 1.618 a rischio alto. La collaborazione tra le diverse unità della ASP ha portato a un importante risultato: da parte dei medici di medicina generale, è stato riportato entro il target di LDL il 12% dei pazienti a rischio molto alto e il 14% di quelli a rischio alto in soli sei mesi.

L’esperienza maturata dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna offre un modello di intervento efficace. Grazie a un processo di audit avviato sei mesi fa, è stato possibile ridurre significativamente il numero di pazienti che non raggiungono i livelli desiderati di LDL. Questo modello non solo ottimizza la gestione della dislipidemia, ma propone anche strategie terapeutiche mirate in base alla distanza dal livello target, migliorando gli esiti clinici e l’allocazione delle risorse assistenziali.

In questo contesto, la gestione delle malattie cardiovascolari diventa una priorità strategica per garantire una vita sana e duratura ai cittadini. L’aspettativa è che i risultati di questa ricerca possano essere replicati in altre realtà, contribuendo a una maggiore sensibilizzazione e a interventi efficaci sul campo.

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