Il paese nato due volte: la storia vera di un borgo nell'ennese che non si è mai arreso

Villarosa, nel cuore di Enna, è il paese nato due volte: fondato da un principe e rinato dal lavoro delle miniere e dalla forza della sua gente.

23 dicembre 2025 15:00
Il paese nato due volte: la storia vera di un borgo nell'ennese che non si è mai arreso - Foto: Azotoliquido/Wikipedia
Foto: Azotoliquido/Wikipedia
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C’è un angolo di Sicilia dove il tempo sembra avere un passo diverso. Si chiama Villarosa, e si trova nel cuore della provincia di Enna, circondato da colline morbide, uliveti e vecchie miniere che raccontano la fatica di generazioni. È uno di quei luoghi che, più che visitati, si scoprono lentamente, tra una chiacchiera in piazza e una porta socchiusa che nasconde un odore di legno e storia.
Ma la particolarità di Villarosa è che, a differenza di tanti altri paesi siciliani, è nato due volte: una prima nel Settecento, voluto da un principe, e una seconda quando il lavoro e la determinazione della sua gente lo hanno riportato alla vita dopo secoli di sfide.

Le origini di un sogno nobiliare

Villarosa nacque nel 1762 grazie alla volontà del principe Placido Notarbartolo, che ottenne dal re Carlo III di Borbone il permesso di fondare un nuovo centro abitato nei suoi feudi. L’obiettivo era creare un luogo prospero, dove contadini, artigiani e minatori potessero vivere e lavorare in un territorio fertile.
Il principe lo chiamò “Villarosa” in onore della moglie, e il borgo cominciò presto a crescere attorno alla chiesa madre, dedicata a San Giacomo Maggiore, e alle vie disegnate con sorprendente regolarità per l’epoca. Nel corso dell’Ottocento, però, la ricchezza legata alla terra lasciò spazio a un’economia più dura: quella dello zolfo. Le miniere diventarono il cuore del paese, portando lavoro ma anche sacrifici enormi. Ancora oggi, chi visita Villarosa può comprendere quella stagione difficile entrando nel Museo delle Miniere, allestito all’interno della vecchia stazione ferroviaria: un luogo che restituisce la voce e il sudore di chi lavorava sottoterra.

Un borgo che resiste

Nonostante l’abbandono delle miniere e le difficoltà economiche che colpirono gran parte dell’entroterra siciliano, Villarosa ha saputo reinventarsi. Le case sono state restaurate, le piazze hanno ritrovato vita e il paese si è riscoperto custode di tradizioni autentiche. Le feste popolari, i canti religiosi, le processioni e la Settimana Santa, seguita con partecipazione da tutta la comunità, continuano a essere momenti di forte identità collettiva.
Chi arriva qui resta colpito da un senso di equilibrio raro: una Sicilia sincera, senza scenografie, dove il tempo non è fermo ma semplicemente più lento, come per lasciare spazio ai ricordi.

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